12.7.08

Brenzone

Brenzone è il comune più grande della regione Veneto con i suoi 50km2

storia:
L’origine del nome “Brenzone“ può derivare dal nome dei Brenni. Essi erano una tribù germanica, che si insediò sul Monte Baldo da dove poi scendeva verso il lago per saccheggiare e per fare atti di vandalismo.Dopo di loro arrivarono i Romani, alla difesa del territorio settentrionale, che in seguito fu definitavemente integrato nell’Impero. La struttura imponente del massiccio del Monte Baldo ed i suoi ripidi versanti resero per secoli le comunicazioni via terra praticamente impossibili. Lo sviluppo di centri abitati alle sue pendici, quindi, non fu certamente favorito. Importanti testimonianze di età romana, però, riportate alla luce negli anni indicano la presenza di vari insediamenti rurali sul nostro territorio, seppur di non estesa entità. L’esempio più importante è il ritrovamento, avvenuto nel 2004, di una villa romana presso la Chiesa di San Zeno a Castelletto, finora unico esempio di “residenza lacustre” scavato sulle sponde orientali del Garda.I primi documenti che dimostrano una propria identità di Brenzone risalgono alla seconda metà del XII secolo, periodo in cui, favoriti dalla discesa in Italia di Federico I Barbarossa, sorsero e si svilupparono i Comuni.Durante il periodo medioevale, Brenzone e tutta l’area gardesana passarono sotto varie dominazioni signorili: scaligera, viscontea, carrarese fino ad arrivare alla Repubblica di Venezia. In questo periodo Brenzone vide la nascita ed il consolidamento di alcune importanti famiglie proprietarie terriere. Tra tutte spicca la famiglia dei Brenzone “dal Lion”, il cui stemma è stato adottato e mantenuto come simbolo anche dalle amministrazioni locali nelle epoche più recenti e fino ai giorni nostri.La ristrettezza e le asperità del territorio di Brenzone, confinato tra la riva del lago di Garda e le impervie e scoscese pendici del Monte Baldo, spesso solcate da valli profonde e torrenti, spiegano la difficoltà di realizzazione di vie di comunicazioni terrestri. Queste, nei secoli passati, fino alla prima metà dell’Ottocento, si riducevano a semplici sentieri e mulattiere, stretti tra muri a secco, che avevano la funzione di collegare i molteplici nuclei abitati sparsi sul territorio. Molto intense e importanti erano invece le comunicazioni via acqua che produssero vivaci rapporti, anche familiari, tra le opposte sponde del lago di Garda.Nell’Ottocento e fino ai primi decenni del Novecento non esistendo turismo, l’economia di Brenzone dipendeva prevalentemente dalle attività legate alla terra tra cui l’allevamento di bachi da seta, la produzione casearea e la coltivazione di olivi, che è rimasta nella tradizione fino ai nostri giorni. E’ da ricordare anche la produzione di legna e di due importanti prodotti che ne derivano: il carbone e la calce. Per la produzione di quest’ultima, destinata principalmente “all’esportazione” venivano utilizzate delle particolari costruzioni di pietra di forma circolare, le ”calchére”, visibili ancora oggi, disseminate sul nostro territorio. Le numerose malghe presenti nel comune indicano certamente una prevalenza di attività montane ma altre importanti fonti di reddito per gli abitanti di Brenzone furono anche la pesca e la navigazione sul lago.Con il completamento della costruzione della strada Gardesana avvenuto tra il 1929 e il 1930, si verificò una vera e propria “rivoluzione” per ciò che riguarda l’economia di Brenzone e di tutta la riviera gardesana: l’avvento del turismo, che ha portato, soprattutto dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, un cambiamento radicale secondo tutti i punti di vista.


le frazioni e le loro origini:


Castello: il nome castello deriva dal fatto che tanti anni fa nel paese che sorge su un erta collina addossata sul monte baldo esistesse proprio un castello nella parte del paese detta castello di sotto sono ancora visibili un pezzo di muro con due merletti in rovina.
da visitare anche per la sua terrazza di fronte alla chiesa, dove si gode una vista mozzafiato del lago sotto.
da qui passano i sentieri Cai n° 31 e n° 33.


Venzo: li nome Venzo deriva dal latino vinctius che sta a significare vincitore fu l'unico paese che nel 1300 quando scoppio l'epidemia del colera non fu contagiato chi entrava in Venzo ammalato guariva. Per questo gli abitanti di Castello si rifugiarono in questo borgo che all'epoca era il piu grande del comune di Brenzone.
Il comune di Brenzone, allora diviso nei borghi di Magugnano/Marniga, di Castelletto, di Prada e di Venzo.
Tutti i popolani che si trovavano in genere nelle frazioni (a Venzo c'erano molti possidenti e pochi popolani) si rifugiarono in paese tanto che il comune dette l'ordine di sequestrare tutte le terre dei possidenti dentro il paese di Venzo per costruire caseggiati dove ospitare i popolani fuggitivi.
Venzo è una bellissima contrada che ha mantenuto il suo aspetto originiario,
grazie anche a restarui intelligenti. vi passano sia il sentiero Cai n° 31 e n° 33.


Sommavilla: il nome si deve al fatto che il caseggiato è sorto nei pressi della sommità di un colle dove anticamente sorgevano molte ville di ricchi mercanti di magnanti e di feudatari in fuga dalla riforma comunale.
qui passa i sentieri Cai 30, 31 e 654 che porta alla Punta Telegrafo (2200mt)

Assenza: l'abitato chiamato Menerolo assunse questo nome dopo la prima guerra mondiale e si deve al voto fatto dagli assenzesi, allora menerolani, alla Madonna Assunta perché il paese fosse risparmiato dalle bombe degli austroungarici. Gli assenzesi per ringraziare la Madonna chiamarono allora Menerolo paese della Assunta che poi divenne Assenza.
Nella piccola piazza di Assenza si trova la chiesa di San Nicola, ampliata nel corso dei secoli XIV e XV, al suo interno un interessante affresco del Duecento, rappresentante un'ultima Cena e vari riquadri votivi de Trecento, mentre sull'altare maggior una bella tela cinquecentesca raffigura San Nicola e Sant'Antonio abate con la Vergine col Bambino.
Da qui parte il sentiero n° 654 che porta alla Punta telegrafo (2200mt)

Pozzo: il paese sorgeva attorno a un enorme pozzo che nei primi del Novecento fu distrutto per cause ignote.
Dove si può ammirare un'antico portale con incisa la data 1494, sormontato da un trittico ormai deteriorato.
Vi passa il sentiero n° 31 che parte da Pai e porta a Cassone.
sono ca 15km di poco dislivello, sempre costeggiando il lago passando per vigneti e campi.

Borago: e un borgo chiamato cosi proprio per la sua caratteristica di sembrare un unica grande casa difatti le case del paese sono tutte accostate tra loro.

Zignago: nome che deriva da "vigna ad ago", questo per i suoi caratteristici vigneti appuntiti. Zignago ha origini molto più recenti e, al contrario di borago, ha un abitato con case diradate.

Porto: è chiamato cosi perché sorge intorno a un piccolo porto, ampliato casualmente quando un caccia italiano, per sbaglio, sganciò una bomba sul paese. La bomba distrusse piu di metà paese.
Da qui parte il sentiero Cai Nà 33 che porta in Prada Alta.

Magugnano: il nome deriva dalla antica famiglia che possedeva il terreno, la famiglia Mugugnano. In seguito, per un errore di trascrizione, la località prese il nome di Magugnano.

Prada: da prateria, il paese infatti sorge a 1060 m dal livello del lago e ad 1100 da quello del mare. Fu chiamato cosi dai caratteristici pascoli montani che si estendono tra una baita e l'altra, è situata nella Val Vaccara.

Campo: paese ora poco abitato, sorgeva vicino a un torrente ora sprofondato ed era circondato da campi con pochi olivi, da qui il nome Campo.
posto meraviglioso, incastonato in una forra del Monte Baldo.
qui si trova la piccola chiesa di San Pietro in Vincoli che merita una visita.
(chiedere le chiave al sig. Oscar che abita di fronte)
da qui passano i sentieri Cai n° 31 e il 34 che porta in Prada alta, passando da una forra profonda del Monte Baldo.

Marniga: il nome Marniga probabilmente deriva dalla stirpe che lo abitava, i cosiddetti Marniga.
Da qui parte il sentiero Cai N° 34 che passa da Campo e porta in Prada Alta.


Castelletto: il nome deriva da un ramo di conti che si insediarono lì, i Castelletti.
Bellissimo borgo subito passati la Gardesana, da qui parte il sentiero Cai
n° 655 che porta alle Creste di Naole (1607mt)

Biaza: il nome deriva dal cognome delle prime famiglie che lo abitarono, i Biazza.
piccolo porgo che sovvrasta Castelletto con la chiesetta di San Antonio Abate.
Da qui passa il sentiero Cai n° 655 che porta alle creste di Naole (1607mt)

Fasor: il nome deriva dalla voce dialettale fasol, cioè fagiolo, probabilmente chiamato così per l'uso locale di coltivare i fagioli.
da qui si gode una spettacolare vista del lago della chiesetta di San Antonio Abate che si trova a Biazza di sotto.
Passa di qui il sentiero Cai n° 31 che da Pai porta a Cassone.


Pasola: è una recente frazione il nome detriva probabilmente da piassola cioe piazza. Di fatto e l'unico centro del comune senza una piazza.



Fonti:
Il lago di Garda
guida storico-artistico
Giorgio Vedovelli
Wikipedia
persone del posto

2 kommentarer:

Geillis sa...

anch'io sono amante della montagna, ho fatto molti anni di scarpinate tra Veneto e Trentino Alto Adige, il Cadore lo conosco piuttosto bene e le Dolomiti le adoro! Purtroppo per conoscere bene tutta la zona ci vuole davvero tanto tempo, però sono dei posti magnifici, e ne varrebbe proprio la pena!

brii sa...

geillis...si..hai ragione. con scusa che lavoro camminando, approfitto e passo tantissimo tempo sul "campo".
mi piace tantissimo..e resto sempre affascinata da quello che ci offre la montagna.

bacioniiii