21.7.08

lunedì a sorpresa....quasi 30km!!!

il lago ed il massiccio del Monte Baldo visto dal sentiero del Ponale.


il gps che con i chilometri segnati. 27,12km!!





abbiamo scelto i lunedì per fare i nostri giri speciali infra nostro, perchè andava bene a tutti..anto ha chiuso il negozio, mara e mauro hanno chisuo la pizzeria, robi no aveva giri da fare, marco aveva poco da fare nel residence.....poi è arrivata luglio e siamo rimaste noi 3 ...simo, carla e brii..



abbiamo deciso di andare lo stesso, anche da sole conoscere il nostro territorio...





è da aprile che ogni (o quasi ) domenica faccio
Navene-Torbole...passaggiata bellissima mezza impegnativa (Navene-Tempesta) e poi semplice con alla fine(Tempesta-Torbole) 411 scalini da fare..in su!!!



tutte le domenica con i turisti mi fermavo contemplare l'altra sponda...
la parete di roccia tra Riva-val di Ledro-Pregasina e Limone

foto della sponda Bresciana, con il taglio della valle di Ledro
si vede nella roccia la strada intagliata






vedevo scavato nella roccia una strada, mi sono informata leggendo il bellissimo libro di Giorgio Vedovelli "il lago di Garda" guida storico artistica
(libro che porto sempre nello zaino),
parlando con Piero e ultimamente incontrando due amiche nuove, che abitano a Torbole, Elena e Cristina..mi hanno detto tutti:
"il sentiero del Ponale..lo devi fare!!!"



ogni domenica guardavo e sognavo...e la settimana scorsa ho chiesto simo e carla...
venite con me?? e loro mi hanno risposto...siiiiiiiiiiiiiiiiii!!
stamattina partiamo allegramente verso Riva..


parchieggiamo vicino al vecchia Centrale elettrica, dove parte il "sentiero Giacomo Cis"




la vecchia strada ripida e tortuosa, tagliata nella roccia, che fino a qualche anno fa portava alla valle sospesa di Ledro(situata fra monte Cadria(m2254) e il Tremalzo (m1974)



questa strada venne aperta al traffico nel 1851 togliendo dal suo isolamento la valle, e portando legna da ardere, fieno e carne a Riva.

il sentiero porta il nome di Giacomo Cis, che l'ha realizzato.

l'augurazione del sentiero è stato il 14 luglio 2004.

data non scelta a caso, infatti il 14luglio 1847 Giacomo Cis ricevette l'autorizzazione delle autorità imperiali per la realizzazione della strada del Ponale.



si parte da Riva in località San Giacomo (m88), e su una strada che è in parte ancora asfaltata, in parte sterrata si arriva, al paese di Pregasina

m532.

è un percorso abbastanza semplice con un dislivello di meno di 400m, che su 5km di percorso non è molto difficile.


questo era quello che ho proprosto alle mie amiche...

ho detto "andiamo fare 2 passi, arriviamo su per le 11, beviamo una birra, mangiamo un panino e torniamo a casa."


ma non è andata così..

la prima cosa che abbiamo notato è stato la gente!

il sentiero era imbugato di camminatori e cicilisti!!! era tutto un spostarsi a destra o sinistra....cominciavamo ad innervosirci...noi che siamo abituati alla solitudine e la pace su per le montagne.

anche solo contemplare, ammirare il paesaggio era difficile, dovevi stare attenta in continuazione di non essere travolta da cicilisti.

grrrrrrrrrrrrrr
la vista sul lago dal sentiero

poco dopo il Belvedere,

(che è stata costruita dagli avi di Bernardino Toniatti, perchè la gente era attratta dalla forza delle due cascate che con gran forza si tuffavano nel lago, di fronte alla valle.

Bortolo Toniatti aprì un'osteria sulla sempre più freqquentata strada del Ponale e fece costruire una stradina stretta e tortuosa fino ad uno sperone di roccia dove si godeva della più bella vista e che qui fece costruire il Belvedere, nel 1900)
la sponda Trentina vista dalla Valle di Ledro, sulla sinsitra si vede il Belvedere di

Bortolo Toniatti


la valle vista dal Ponte sulla cascata del Ponale




subito dopo il ponte sulla valle abbiamo notato una stretta mulattiera sulla destra.


sempre innervosita, ho consulatato la cartina e ho visto che ci si arrivava a Pregasina anche da lì allungando un pochino...già..allungando un pochino....

la mulattiera non era molto lunga e la salita ci ha portato sulla strada che da Pregasina porta a Mlina di Ledro. abbiamo visto che sulla sinistra continuava il sentiero (sempre chiamato sentiero del Ponale) costeggiando il Ponale..e l'abbiamo imboccato..

secondo la cartina avremmo trovato sia Biacesa (m418) che Prè di ledro (m476) sulla nostra destra sull'altra sponda del fiume..e così è stato.

non ci siamo fermate a Bicesa che non ci attirava..ma siamo entrati a Prè(principalemente per cercare un bar..perchè ormai erano le 11 è avavamo sete..tanta sete..ed anche un certo langurino...)

Prè è deliziosa...tutta ristrutturata, qui funzionavano le fucine specializzate nella produzione di chiodi e broccature per le scarpe.

la produzione di queste "ferarezze" era tipica della vallata e si affermò sopratutto nel XVII secolo.

Prè è pure famosa per rimanere senza luce per quasi 3 mesi dell'anno; infatti l'11 novembre scompare l'ultimo ggio per riapparire solo il 5 febbriaio, giorno di Sant'agata: in questo giorno si faceva festa grande - era la "sagra del sole", con carri e cortei di folla, mentre nelle case si preparava la bòita, un dolce benaugarante.
hanno anche un proverbio loro:
"
"Tre mes senza sol, tre mes
senza luna e ‘l rest senza
fortuna"

la chiesetta di Sant'Agata di Prèuna della stradine di Prè


uscite dal paese di Prè (senza trovare un bar!!) decdiamo di puntare verso Pregasina, dico.."andiamo in su, e ad un certo punto dobbiamo prendere il sentiero che va verso destra."
partiamo...la mulattiera in mezzo al bosco è affasciante...saliamo, saliamo...una fatica..ma noi ciacolando, sudando, sputando balini, saliamo salimo...
ma porco gatto..dovè il sentiero????????
a 750mt mi fermo, capendo che siamo completamente fuori rotta...
Pregasina è a 500mt e siamo andati oltre...tiro fuori la cartina e si..mi sono sbagliata.
carla dice.."si dai è lo stesso...andiamo a Leano beviamo la birra e torniamo giù!"
ma si dai..ormai siamo quasi là...
e vai con la pontara...sbuttiamo altri balini e arriviamo su..vediamo un prato con 4 case..e diciamo..
non sarà mica Leano questo????
in quel momento arriva uno in moto...ALTTTTTTTTTTTTTTTTT!!!!!
lo fermiamo in 3!!! ma dove siamo...dove andiamo...
carinisssimo ci fa vedere sulla cartina (si siamo a Leano...4 case??? un bar??? noooooo!!!)
dice.."ma dai..non tornate indietro, andate avanti passate per la gola, davanti la malga Vil, passo Vil e poi Passo Guil...lì prendete il sentiero che porta giù a Pregasina..."
bello, non difficile con una dolce salita...
okkkkkkkkk!!!!
giriamo l'angolo e si stende il paesino di Leano davanti ai nostri occhi...
sono 25 case sparsi in un prato verdissimo, con le montagne che lo proteggono da tutti i lati.
un posto silenzioso, profumato..cullato dal vento dolce che riscaldandosi al sole ci accarezzava il viso.
ci siamo innamorate all'istante.
il paese di Leano.



la chiesetta di San Antonio di Padova a Leano.
riprendiamo il cammino e passiamo oltre..la strada sale ancora( eh sì il passo Vil è a 1224mt)
su per i boschi, in mezzo alla gola....questa valle si chiama Val San Antonio.
sono ormai le 13.15...il languarino è quasi fame.
decidiamo di fare una piccola pausa.
mangiamo le nostre barrette, beviamo l'acqua (abbiamo riempito le bottiglie vicino a Biacesa, dove abbiamo trovato una fontana)
consulto cartina e gps(ormai ho memorizzato il percorso di ritorno..per benino)...
siamo contente anche se abbiamo sbagliato strada..
stiamo già pensando di portare il resto del gruppo...
tutto questo lo devono vedere.
decisione che si rafforza sempre di più, più avanti andiamo,.....
passato il passo Guil a 1208mt, troviamo un incrocio...
salutiamo 2 tedeschi in bici che stanno andando al lago di Ledro..ed inziamo scendere...
uscite dal bosco...ci siamo trovate con quasi tutto il lago sotto i nostri piedi.
purtroppo il Monte Baldo si nascondevo dietro dei nuvoloni e il lago era avvolto nella foschia...
ma ho fatto una panoramica lo stesso.


panormaica verso Limone sotto ed in lontanaza Sirmione.
quando arriviamo al secondo crocivia, mi si esauriscono le batteria della macchina fotografica..ed il resto delle immagine sono solo stampate nella nostra memoria.
ho trovato una foto fatta da Torbole, del crinale sopra Limone verso Pregasina che abbiamo fatto...
ma il ritorno sulla cresta della montagna è stato incredibile...
vedevamo sotto i nostri piedi....Malcesine....Navene...Campagnola e poi più avanti Torbole e Riva.
Sopra le nostre teste svettava il monte Altissimo di Nago con il sentiero ° 601 che è uno dei prossimi che vogliamo fare.
fa tutta la cresta dall'Altissimo fino giù in centro di Torbole,.
dopo 1 ora e mezzo di camminare in giù..finalmente...finalmente arriviamo a Pregasina!!!
il bar dell'albergo Panorma sembrava un miraggio...
ci siamo sedute sulla terrazza, circondato da camminatori e cicilisti...ammirando il lago scintillante sotto di noi..abbiamo divarato i panini che ci ha portato...
il radler e la coca non sono mai stati così desiderati!
rifuciliati, dissetati ci mettiamo di nuovo in cammino.
piano piano, scendiamo verso Riva.
parlando, ridendo e ripercorrendo la giornata..siamo tutte 3 d'accordo..
"volevamo stare a casa???? e no eh!!!!"
prossimo lunedì..giro tranquillo...Ferrara di Montebaldo!!!
grazie amiche di esservi perse volentieri con me!
così impariamo i sentieri, così consociamo il teritorrio,
così ci divertiamo un mondo!!

12.7.08

Brenzone

Brenzone è il comune più grande della regione Veneto con i suoi 50km2

storia:
L’origine del nome “Brenzone“ può derivare dal nome dei Brenni. Essi erano una tribù germanica, che si insediò sul Monte Baldo da dove poi scendeva verso il lago per saccheggiare e per fare atti di vandalismo.Dopo di loro arrivarono i Romani, alla difesa del territorio settentrionale, che in seguito fu definitavemente integrato nell’Impero. La struttura imponente del massiccio del Monte Baldo ed i suoi ripidi versanti resero per secoli le comunicazioni via terra praticamente impossibili. Lo sviluppo di centri abitati alle sue pendici, quindi, non fu certamente favorito. Importanti testimonianze di età romana, però, riportate alla luce negli anni indicano la presenza di vari insediamenti rurali sul nostro territorio, seppur di non estesa entità. L’esempio più importante è il ritrovamento, avvenuto nel 2004, di una villa romana presso la Chiesa di San Zeno a Castelletto, finora unico esempio di “residenza lacustre” scavato sulle sponde orientali del Garda.I primi documenti che dimostrano una propria identità di Brenzone risalgono alla seconda metà del XII secolo, periodo in cui, favoriti dalla discesa in Italia di Federico I Barbarossa, sorsero e si svilupparono i Comuni.Durante il periodo medioevale, Brenzone e tutta l’area gardesana passarono sotto varie dominazioni signorili: scaligera, viscontea, carrarese fino ad arrivare alla Repubblica di Venezia. In questo periodo Brenzone vide la nascita ed il consolidamento di alcune importanti famiglie proprietarie terriere. Tra tutte spicca la famiglia dei Brenzone “dal Lion”, il cui stemma è stato adottato e mantenuto come simbolo anche dalle amministrazioni locali nelle epoche più recenti e fino ai giorni nostri.La ristrettezza e le asperità del territorio di Brenzone, confinato tra la riva del lago di Garda e le impervie e scoscese pendici del Monte Baldo, spesso solcate da valli profonde e torrenti, spiegano la difficoltà di realizzazione di vie di comunicazioni terrestri. Queste, nei secoli passati, fino alla prima metà dell’Ottocento, si riducevano a semplici sentieri e mulattiere, stretti tra muri a secco, che avevano la funzione di collegare i molteplici nuclei abitati sparsi sul territorio. Molto intense e importanti erano invece le comunicazioni via acqua che produssero vivaci rapporti, anche familiari, tra le opposte sponde del lago di Garda.Nell’Ottocento e fino ai primi decenni del Novecento non esistendo turismo, l’economia di Brenzone dipendeva prevalentemente dalle attività legate alla terra tra cui l’allevamento di bachi da seta, la produzione casearea e la coltivazione di olivi, che è rimasta nella tradizione fino ai nostri giorni. E’ da ricordare anche la produzione di legna e di due importanti prodotti che ne derivano: il carbone e la calce. Per la produzione di quest’ultima, destinata principalmente “all’esportazione” venivano utilizzate delle particolari costruzioni di pietra di forma circolare, le ”calchére”, visibili ancora oggi, disseminate sul nostro territorio. Le numerose malghe presenti nel comune indicano certamente una prevalenza di attività montane ma altre importanti fonti di reddito per gli abitanti di Brenzone furono anche la pesca e la navigazione sul lago.Con il completamento della costruzione della strada Gardesana avvenuto tra il 1929 e il 1930, si verificò una vera e propria “rivoluzione” per ciò che riguarda l’economia di Brenzone e di tutta la riviera gardesana: l’avvento del turismo, che ha portato, soprattutto dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, un cambiamento radicale secondo tutti i punti di vista.


le frazioni e le loro origini:


Castello: il nome castello deriva dal fatto che tanti anni fa nel paese che sorge su un erta collina addossata sul monte baldo esistesse proprio un castello nella parte del paese detta castello di sotto sono ancora visibili un pezzo di muro con due merletti in rovina.
da visitare anche per la sua terrazza di fronte alla chiesa, dove si gode una vista mozzafiato del lago sotto.
da qui passano i sentieri Cai n° 31 e n° 33.


Venzo: li nome Venzo deriva dal latino vinctius che sta a significare vincitore fu l'unico paese che nel 1300 quando scoppio l'epidemia del colera non fu contagiato chi entrava in Venzo ammalato guariva. Per questo gli abitanti di Castello si rifugiarono in questo borgo che all'epoca era il piu grande del comune di Brenzone.
Il comune di Brenzone, allora diviso nei borghi di Magugnano/Marniga, di Castelletto, di Prada e di Venzo.
Tutti i popolani che si trovavano in genere nelle frazioni (a Venzo c'erano molti possidenti e pochi popolani) si rifugiarono in paese tanto che il comune dette l'ordine di sequestrare tutte le terre dei possidenti dentro il paese di Venzo per costruire caseggiati dove ospitare i popolani fuggitivi.
Venzo è una bellissima contrada che ha mantenuto il suo aspetto originiario,
grazie anche a restarui intelligenti. vi passano sia il sentiero Cai n° 31 e n° 33.


Sommavilla: il nome si deve al fatto che il caseggiato è sorto nei pressi della sommità di un colle dove anticamente sorgevano molte ville di ricchi mercanti di magnanti e di feudatari in fuga dalla riforma comunale.
qui passa i sentieri Cai 30, 31 e 654 che porta alla Punta Telegrafo (2200mt)

Assenza: l'abitato chiamato Menerolo assunse questo nome dopo la prima guerra mondiale e si deve al voto fatto dagli assenzesi, allora menerolani, alla Madonna Assunta perché il paese fosse risparmiato dalle bombe degli austroungarici. Gli assenzesi per ringraziare la Madonna chiamarono allora Menerolo paese della Assunta che poi divenne Assenza.
Nella piccola piazza di Assenza si trova la chiesa di San Nicola, ampliata nel corso dei secoli XIV e XV, al suo interno un interessante affresco del Duecento, rappresentante un'ultima Cena e vari riquadri votivi de Trecento, mentre sull'altare maggior una bella tela cinquecentesca raffigura San Nicola e Sant'Antonio abate con la Vergine col Bambino.
Da qui parte il sentiero n° 654 che porta alla Punta telegrafo (2200mt)

Pozzo: il paese sorgeva attorno a un enorme pozzo che nei primi del Novecento fu distrutto per cause ignote.
Dove si può ammirare un'antico portale con incisa la data 1494, sormontato da un trittico ormai deteriorato.
Vi passa il sentiero n° 31 che parte da Pai e porta a Cassone.
sono ca 15km di poco dislivello, sempre costeggiando il lago passando per vigneti e campi.

Borago: e un borgo chiamato cosi proprio per la sua caratteristica di sembrare un unica grande casa difatti le case del paese sono tutte accostate tra loro.

Zignago: nome che deriva da "vigna ad ago", questo per i suoi caratteristici vigneti appuntiti. Zignago ha origini molto più recenti e, al contrario di borago, ha un abitato con case diradate.

Porto: è chiamato cosi perché sorge intorno a un piccolo porto, ampliato casualmente quando un caccia italiano, per sbaglio, sganciò una bomba sul paese. La bomba distrusse piu di metà paese.
Da qui parte il sentiero Cai Nà 33 che porta in Prada Alta.

Magugnano: il nome deriva dalla antica famiglia che possedeva il terreno, la famiglia Mugugnano. In seguito, per un errore di trascrizione, la località prese il nome di Magugnano.

Prada: da prateria, il paese infatti sorge a 1060 m dal livello del lago e ad 1100 da quello del mare. Fu chiamato cosi dai caratteristici pascoli montani che si estendono tra una baita e l'altra, è situata nella Val Vaccara.

Campo: paese ora poco abitato, sorgeva vicino a un torrente ora sprofondato ed era circondato da campi con pochi olivi, da qui il nome Campo.
posto meraviglioso, incastonato in una forra del Monte Baldo.
qui si trova la piccola chiesa di San Pietro in Vincoli che merita una visita.
(chiedere le chiave al sig. Oscar che abita di fronte)
da qui passano i sentieri Cai n° 31 e il 34 che porta in Prada alta, passando da una forra profonda del Monte Baldo.

Marniga: il nome Marniga probabilmente deriva dalla stirpe che lo abitava, i cosiddetti Marniga.
Da qui parte il sentiero Cai N° 34 che passa da Campo e porta in Prada Alta.


Castelletto: il nome deriva da un ramo di conti che si insediarono lì, i Castelletti.
Bellissimo borgo subito passati la Gardesana, da qui parte il sentiero Cai
n° 655 che porta alle Creste di Naole (1607mt)

Biaza: il nome deriva dal cognome delle prime famiglie che lo abitarono, i Biazza.
piccolo porgo che sovvrasta Castelletto con la chiesetta di San Antonio Abate.
Da qui passa il sentiero Cai n° 655 che porta alle creste di Naole (1607mt)

Fasor: il nome deriva dalla voce dialettale fasol, cioè fagiolo, probabilmente chiamato così per l'uso locale di coltivare i fagioli.
da qui si gode una spettacolare vista del lago della chiesetta di San Antonio Abate che si trova a Biazza di sotto.
Passa di qui il sentiero Cai n° 31 che da Pai porta a Cassone.


Pasola: è una recente frazione il nome detriva probabilmente da piassola cioe piazza. Di fatto e l'unico centro del comune senza una piazza.



Fonti:
Il lago di Garda
guida storico-artistico
Giorgio Vedovelli
Wikipedia
persone del posto

11.7.08

la festa della "madonna della Colera"

dalla piazza della chiesa di Castello (sede parrochiale di Brenzone)

l'11 Luglio di ogni anno parte una lunga fila di fedeli, che attraversano tutto il territorio parrocchiale (da Castello eVenzo a Brenzone (Magugnano)- Assenza-Pozzo- Sommavilla e ritorno a Castello, portando in processione una statua lignea dei primi del Seicento raffigurante Madonna Assunta.

cioè si ripete dal 1836,

anno di una terribile epedimia di colera e funestò la zona.

e ancora adesso tale festa detta "della Madonna della Colera"

o

"dè l'òndes dè luj"

è particolarmente sentita dagli abitanti del paese (castello)



per tutto il tragitto i piccoli paese e borghi si sono vestiti con bandiere colorate.

la messa viene celebrata alle 6.30 nella chiesa parrochiale di Castello

( chiesa s. maria, chiesa dei primi anni dell'ottocento)

parte poi alle 7 la processione.



la sera al centro sportivo di Brenzone ci saranno stands gastronomici e fuochi d'artificio.



organizzazione:

Centro Ricreativo "S.Maria" - Castello

tel.045/7420076





fonte:

Il lago di Garda

guida storico-artistica

Giorgio Vedovelli


















il Santuario della Madonna di Moncastello (m700) visto dalla Piazza della Chiesa di Castello (brenzone)